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ANSIA DI INFINITO


Nata ad Ulassai (Ogliastra) nel 1919, Maria Lai lascia la Sardegna per studiare a Roma, dove diverrà allieva di Arturo Martini e Alberto Viani. Artista tra le più longeve e rilevanti del dopoguerra italiano, lega la sua ricerca alla scultura, al teatro, all'ambiente. Dividendosi sempre e ancora oggi, alla soglia dei novant'anni, tra la Sardegna e Roma, ha esteso la sua sperimentazione, nel corso dei decenni, a nuove materie e nuovi linguaggi: nascono così i telai, i libri cuciti e i libri di terracotta, i pani, gli interventi ambientali, le mappe astrali, le fiabe. Il documentario di Clarita di Giovanni, senza biografismi né cronologismi, ricorda il filo azzurro con il quale l'artista ha legato il paese alla montagna, stringendo le case di Ulassai e i loro abitanti in stretti nodi, ricorda il rapporto di Maria Lai con Costantino Nivola, rispetta il suo bisogno di silenzio (senza il quale non può esserci arte, che per la Lai è il rapporto dell'uomo con l'infinito) lasciando che le parole siano solo le sue, solo quelle che desidera condividere. Del resto, che le opere di Maria Lai si raccontano da sole non è un modo di dire, data la forte suggestione narrativa che contengono e il filo che le tesse, strumento privilegiato del suo operare, è metafora esplicita di un dialogo cercato e ritenuto possibile. Ma il film non ascolta il racconto silenzioso, non lo coglie, lo interrompe, lo frammenta, non va oltre l'utilità dell'accessorio audiovisivo museale. Le opere della protagonista restano mute, il filo si spezza, l'appuntamento è sfiorato, rinviato

DOCUMENTARI

 

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"Ansia d'Infinito" è un progetto audiovisivo composto da un libro e due film, a cura di Clarita Di Giovanni. Verrà proiettato a Ulassai e Cagliari il 16 e 17 aprile, a un anno dalla scomparsa dell'artista ogliastrina

 

La Sardegna non è solo uno scrigno di millenari influssi, tradizioni, culture mediterranee ma, attraverso alcuni suoi artisti, un luogo dove questi tesori della memoria e queste radici antichissime producono effetti originali e potenti dialogando con la modernità e il contemporaneo. Parlare di Maria Lai e ascoltarla dipanare il filo del suo discorso artistico ha anche il significato di aprire un canale di fruizione della produzione culturale sarda nel settore dell'arte contemporanea dove accanto a “giganti” come Maria e Costantino Nivola si possono scoprire ricchezze e stimoli impensabili ad un occhio distratto ma diffusi e coltivati in tutta la regione. Con questa prima iniziativa si intende gettare le basi per un circuito di fruizione della produzione culturale dell'arte contemporanea della Sardegna e promuovere presso il più ampio pubblico nazionale e internazionale possibili itinerari di sguardi e narrazioni in una Sardegna insolita e al di là dei soliti luoghi comuni. Quest’opera monografica, appena pubblicata, per la prima volta dalla sua uscita viene presentata al pubblico: è composta da due film e da un libro e può considerarsi a oggi la ricognizione più documentata dell’attività artistica e della figura di Maria Lai.

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