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TEATRO

Ultima stagione in serie A

  spettacolo teatrale   -  atto unico

 

Una storia delicata, tragica e allo stesso tempo bellissima di due giocatori alla fine della propria carriera che si trovano a raccontarsi nel luogo dove, forse, essere se stessi è la cosa più difficile. Una storia romantica che fa crollare le barriere su quel complesso mondo che è il calcio. Una storia che ci apre gli occhi su i suoi protagonisti e ci fa capire che anche i giocatori più famosi hanno sentimenti, tendenze e possono provare amore verso un proprio compagno di squadra. Uno spettacolo semplice ma diretto che ci lascia un messaggio chiaro e coinciso.

 

Con: Marco Bocci e Fabrizio Sabatucci 

Testo e regia di: Mauro Mandolini

Scenografia di  : Oliver Montesano e Valentina Fragasso

Musiche di: Devis Eskaloska

Prodotto da : Giuseppe Milazzo Andreani e Alessandra Carlesi per Azteca produzioni cinematografiche srl

ITALIA 2009

La fine della fiera

 spettacolo teatrale  –  atto unico

 

“La fine della fiera” racconta quattro storie. Quattro personaggi senza nome, tre uomini e una donna, parlano direttamente al pubblico, si confessano e, lentamente, affiora il tema che li unisce. Quattro monologhi che si incrociano, quattro storie che costruiscono, racconto dopo racconto i diversi percorsi che portano ad un’unica, comune destinazione. Uno scrittore che ha smesso di scrivere, una giovane archivista, un uomo capace solo di amare e uno capace solo di odiare. Le loro storie sono disperate, a volte ciniche, violente, malate, ma anche lievi, romantiche, persino comiche. I loro pensieri si affollano, si confondono per diventare netti e precisi un momento più tardi. Questi personaggi si raccontano mettendosi a nudo, senza aver paura di essere assolti o condannati per quello che un giorno hanno deciso di fare.

 

Con: Francesco Venditti, Fabrizio Sabatucci, Veruska Rossi, e Riccardo Scarafoni

Testi di: Daniele Prato e Francesca Staach

Regia di: Riccardo Scarafoni

Prodotto da : Francesco Venditti - Giuseppe Milazzo Andreani e Alessandra Carlesi per Azteca produzioni cinematografiche srl ITALIA 2010

La scatola è azzurra

 spettacolo teatrale – atto unico

Si parla di tortura, un tema di stretta attualità, analizzato non soltanto nelle

connotazioni storico-politiche, ma soprattutto negli aspetti psicologici.

Già finalista al Napoli Drammaturgia Festival.Il progetto gode del patrocinio sia

di Amnesty International che del R.C.T. (Organizzazione mondiale sul recupero

delle vittime della tortura) Regione Lazio, Comune di Roma, Yale University of

America, Università di Teramo.e Festival dei diritti umani.

Con: Caterina Murino, Christian Marazziti, Alessandro Lucente,

Maurizio Greco, Josafat Vagni, Pierpaolo Campione

Testo di: Andrea nobile e Silvio Romano regia di: Silvio Romano

Musiche originali di: Max Gazzè  Prodotto da Giuseppe Milazzo Andreani e Christian Marazziti

Più Forte del destino

Dopo il grande successo del libro pubblicato nel 2012 da Mondadori, tanto da diventare un best seller e aggiudicarsi  il Premio Albori nella sezione Teatro, Antonella Ferrari porta sul palcoscenico l’omonimo adattamento teatrale della sua prima opera letteraria Più forte del destino - Tra camici e paillette la mia lotta alla sclerosi multipla. Sul palcoscenico Antonella racconterà, non senza emozionare, la sua storia, la sua lotta, la sua vita vissuta pienamente. Non lo farà con toni drammatici ma, al contrario, raccontandosi in modo ironico e divertente per ottanta minuti in cui il pubblico non avrà modo di annoiarsi. Lo spettacolo vuole portare sul palcoscenico la disabilità, tema poco trattato dai registi teatrali, senza renderla però la protagonista assoluta. Sarà una comprimaria e verrà raccontata con la leggerezza degna di una commedia agrodolce! La sclerosi multipla è una malattia invalidante che colpisce il sistema nervoso centrale e che affligge, soprattutto, i giovani  con un’incidenza sulle donne del doppio rispetto agli uomini. Quale modo migliore del teatro per sensibilizzare su un tema cosi delicato? Lo spettacolo si rivolge non solo a chi la malattia la conosce bene, perché ne soffre o perché conosce qualcuno che la vive, ma anche a chi non conosce questa patologia e non conosce il mondo della disabilità in genere! Il monologo di Antonella toccherà sì la malattia ma anche il modo in cui questa si riflette sul quotidiano di ognuno di noi: dal lavoro agli affetti, fino ad arrivare alla discriminazione che spesso ne consegue. Lo spettacolo vuole dare un messaggio  forte, quello per cui la malattia, come tutte le difficoltà che il destino ci pone davanti, va affrontata per quello che è, come una sfida con noi stessi che possiamo vincere. La difficoltà può e deve diventare un occasione di ricerca, per noi e per gli altri, di nuove occasioni e di nuove strade, poiché come la vicenda di Antonella insegna, non cambia l’obiettivo che ci si era preposti, cambia solo la traiettoria per raggiungerlo.  Quella di Antonella vuole essere una voce che, attraverso lo spettacolo dal vivo e l’ironia, possa giungere a un più ampio numero di persone, tra cui quelle malate che spesso vivono in solitudine e in isolamento, perché arrivi a loro il messaggio che non sono soli e che la loro condizione è soprattutto condivisibile. Antonella, negli anni, è diventata un punto di riferimento importante per le persone in difficoltà ed è per questo che lo spettacolo sarà un grido corale per un unico obiettivo: vivere e non sopravvivere! E’ questo che Antonella rivendica  nel suo spettacolo: la normalità della sua vita nonostante un handicap. Lei non si sente diversamente abile….lei si sente…semplicemente abile.

 

Il Congresso degli Arguti

Quando tutto il fascino della gloriosa commedia musicale firmata Garinei e Giovannini sembra essere perduto, ecco un ritorno in pompa magna ad uno stile inimitabile che ha segnato la storia teatrale del nostro paese. "Il Congresso degli Arguti" è l'occasione che conferma la regola assurda che ci vede spettatori di remake di grandi successi o musical stile americano. Ma noi italiani il teatro lo sappiamo fare in tutte le sue espressioni, forme e passioni; possiamo e vogliamo ideare nuove pièce che abbiano la potenzialità unica di diventare dei capolavori tali da restare nella memoria degli amanti del teatro. Con il dovuto rispetto per un'opera impossibile da replicare, Il Congresso degli Arguti muove i suoi primi passi nella mente dell'autrice Anna Rita Cammerata che la idea di sana pianta scrivendone la sceneggiatura per una commedia musicale a nove.  La storia si basa sulla parentesi storica dell'epoca papalina. Due secoli di epoca oscura e contraddittoria in cui il popolo soggiogato, riusciva a parlare e far sentire la propria voce attraverso le cosiddette: "statue parlanti". Pasquino, la più conosciuta, ha in realtà cinque amici: Madama Lucrezia, Marforio, il Babuino, il Facchino e l'Abate Luigi . Nella realtà queste statue, ingiustamente poco riconosciute agli onori del lavoro svolto, hanno rappresentato per il popolo di Roma e non solo, l'unica possibilità di far sentire il proprio disaccordo contro il potere della chiesa di allora. L'unico mezzo che avevano coloro che, altrimenti non avrebbero potuto esporre le proprie idee ed il proprio dissenso, era parlare attraverso questi sei corpi di marmo e travertino. Di notte, con la complicità del buio, c'era chi metteva i cosiddetti "libelli", dei pezzi di carta scritti spesso in latino, su una di queste statue; l'indomani la scoperta della missiva anonima scritta in sonetti riusciva, talvolta, a far scoppiare addirittura la rivolta. Le statue parlanti sono sempre state complici del popolo non solo nel replicare al potere diventando portavoce di denunce e satire nei confronti del papato, ma anche nei riguardi della borghesia. Per avere un'idea del peso politico e del loro impiego, basti pensare che le pasquinate divennero così insolenti che si rese necessario un intervento del papato, il quale decise di comminare pene severe a chi avesse contribuito ad appendere al collo della statua qualsiasi scritto di qualsivoglia natura satirica e offensiva. La cosa straordinaria è che il gesto apparentemente inverosimile di denunciare delle statue, ottenne un risultato opposto e gli autori dei versi si moltiplicarono a dismisura, nonostante alcuni di loro, presi in fragrante, fossero stati puniti severamente. Le sei statue locate non distanti l'una dall'altra, nel centro storico di Roma, "crearono" il cosiddetto: Congresso degli Arguti, nome che dà il titolo alla commedia con il sottotitolo di: …ovvero sei sommi protagonisti nell'arte dei libelli. A questo straordinario gruppo non potevano mancare: il personaggio moderno, uno straniero senzatetto dal cuore puro che si rivelerà l'unico essere vivente al mondo a poter parlare con le statue; la figura femminile, la manutentrice dei beni culturali che si occupa più delle statue che del suo cuore indurito dalla mancanza d'amore e che proprio negli occhi della semplicità riuscirà a ritrovare se stessa e il personaggio magico che vede, nella figura del vento Tramontana, un alleato fondamentale per la risoluzione di tutti i problemi. A dare ulteriore consistenza alle canzoni recitate ci sarà un corpo di ballo che arricchirà l'opera di ritmo e colore. Ambizione suprema e grande soddisfazione è stata l'adesione del grande Elio Pandolfi a fare degli interventi vocali nelle vesti di Romolo, il papà di Roma. Questo parterre de rois darà vita, tra canti e balli, ma soprattutto tanta affascinante recitazione, ad una serie di equivoci, interrogativi e dilemmi interessanti, romantici, paradossali, culturali, storici e divertenti che terranno l'attenzione del pubblico in auge fino alla fine della commedia.

 

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